Pulsiossimetro: cos’è e come funziona

Semplice e conveniente, piccolo e facile da trasportare. Il pulsiossmetro (o saturimetro/ossimetro) è uno strumento che può essere utilizzato con facilità tanto in ambito domestico quanto in ambito medico ospedaliero. Ma che cos’è questo dispositivo, a cosa serve e come funziona? Vediamo le caratteristiche di questo fondamentale prodotto medicale.

Cos’è il pulsiossimetro?

Il pulsiossimetro (detto anche saturimetro oppure ossimetro) è uno strumento che permette di misurare e monitorare il grado di saturazione di ossigeno nel sangue. Nello specifico consente di valutare la saturazione di ossigeno dell'emoglobina contenuto nel sangue arterioso periferico e di misurare al contempo anche la frequenza cardiaca del paziente.

Stiamo parlando di un dispositivo piuttosto semplice da utilizzare. Questo significa che lo si può utilizzare tranquillamente a casa propria senza recarsi in una struttura ospedaliera. Essendo la misurazione per nulla invasiva, il pulsiossimetro può essere utilizzato su qualsiasi tipo di paziente, inclusi neonati, bambini e anziani.

Il saturimetro è formato da due differenti componenti. La sonda che effettua la misurazione a contatto col paziente e un'unità di calcolo e di elaborazione dati che raccoglie i dati dalla sonda e li elabora per poi inviare il risultato numerico ottenuto all'apposito monitor di cui lo strumento è dotato.

Come funziona il pulsiossimetro?

Il funzionamento del pulsiossimetro è molto semplice. Difatti bisognerà accenderlo, inserire il dito fino in fondo (quando il led illumina la parte centrale dell'unghia), e pazientare pochi secondi per le letture di saturazione ossigeno e frequenza cardiaca.

Questo importante strumento funziona grazie al principio della spettrofotometria: una sonda con due diodi fotoemittenti su un braccio della pinza e un rilevatore sull’altro. In questo modo i due diodi mandano fasci di luce a lunghezze d'onda molto precise che ricadono nell'intervallo della luce rossa e infrarossa (a 660 nm e 940 nm). Quando la sonda del saturimetro viene posizionata sul dito del paziente, i fasci luminosi delle due sorgenti attraversano tutti i tessuti del dito, per poi arrivare al rilevatore posizionato sull'altro braccio della stessa sonda, quello all'estremità opposta del dito.

Quindi nel corso del tragitto effettuato dalle radiazioni luminose, le radiazioni stesse verranno assorbite dall'emoglobina legata all'ossigeno e dall’emoglobina non legata. Questa differenza di assorbimento fra l'emoglobina legata all'ossigeno e quella non legata, e tra la quantità di radiazione luminosa prodotta dai diodi e quella misurata dal rilevatore, consente all’unità di calcolo di elaborare e perciò di dare il valore di saturazione di ossigeno corretto, quello visualizzato sul monitor del dispositivo.

Cosa molto importante, la sonda dev’essere assolutamente applicata su una zona del corpo in cui la circolazione è superficiale.

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